Quanti volti può avere un viaggio?
Questa la domanda che ha ispirato i due eventi pensati dal progetto DescriVedendo Stories presentati da ANS all’interno del palinsesto della Civil Week 2024.
Quest’anno, il tema sotteso alle giornate in cui la cittadinanza attiva, l’associazionismo e il volontariato, coinvolgono la città metropolitana di Milano in un calendario fitto di iniziative, è stato: La Costituzione siamo noi, con un focus particolare sui temi dell’inclusione, dell’impegno civico e dei diritti.
Su questi presupposti di base, da noi del tutto condivisi, abbiamo immaginato due viaggi di natura estremamente evocativa: il viaggio di chi parte, per scelta o per necessità, e il viaggio di chi torna.
Si può partire per desiderio di conoscenza, come narrano le vicende di Ulisse; oppure per fuggire da una sconfitta, come racconta l’epica di Enea, così legata alla storia delle genti italiche; oppure ancora per costruire una vita dignitosa per sé e per i propri figli, come fecero tanti migranti sbarcati in America nei secoli scorsi, e come tuttora accade per le migliaia di uomini, donne e bambini che si allontanano da situazioni di guerra, violenza e povertà in cerca di un futuro migliore. La letteratura e l’arte hanno raccontato in vari modi questi viaggi; spesso, l’elemento ricorrente è il mare. Il mare può nascondere insidie, ma costituisce comunque un ponte: delle varie e diverse accezioni con cui viene definito, non se ne trova alcuna che rimandi all’idea di muro o di barriera fra i popoli.
Questa la riflessione che è stata consegnata ai numerosi partecipanti all’evento “I mille volti del viaggio”, che si è tenuto venerdì 10 maggio all’interno del MUSA (Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, Mediche e Forensi per i diritti umani). Alla narrazione, inframezzata da suggestivi pezzi musicali, ha fatto seguito la visita guidata del Museo, un luogo potente le cui diverse sezioni sono proprio centrate sull’importanza della difesa dei diritti, sia dei viventi, che dei morti o degli scomparsi.
Di un viaggio di ritorno si è parlato invece il giorno successivo, sabato 11 maggio, nella splendida cornice della chiesa di San Fedele a Milano. L’evento è iniziato con un percorso attraverso le numerose opere d’arte, antica e moderna, conservate nella cattedrale, il cui filo conduttore è proprio il viaggio, in questo contesto inteso come cammino di vita e spirituale. Una barca sospesa sopra il portone d’ingresso accoglie i fedeli e i visitatori, che sono poi invitati a sostare davanti a dipinti, confessionali intarsiati e opere d’arte contemporanea perfettamente inseriti fra gli elementi presenti, in un cammino che porta verso il mistero della morte e, per i credenti, della resurrezione. Nello spazio del coro dietro l’altare, si è tenuta una narrazione incentrata sul dipinto di Rembrandt: Ritorno del figliol prodigo. Il figlio che ritorna, il figlio che è sempre rimasto, il padre che ama e accoglie; i volti di tutti questi personaggi esprimono diversi aspetti del viaggio della vita, e commuove notare che le mani del padre sono state dipinte in modo diverso: una mano è maschile, l’altra è femminile, segno che l’amore non può essere che paterno e materno allo stesso tempo.
Sono stati due viaggi emozionanti, intensi e molto partecipati, legati dalla potenza delle storie. In particolare, è stato un onore essere accolti al MUSA dalla fondatrice di questo nuovo Museo, che vi invitiamo a visitare, la dottoressa Cristina Cattaneo, medico, antropologo, professore ordinario di medicina legale all’Università degli studi di Milano e direttrice del Labanof, il laboratorio di antropologia forense. Vi invitiamo anche a visitare il Museo della Chiesa di San Fedele, che ospita opere di grande valore e mostre temporanee nell’annesso spazio espositivo.
Ci ha fatto davvero piacere poter incontrare tante persone e condividere con loro la bellezza suscitata da luoghi, parole, arte, musica e immaginazione.
Non vediamo l’ora di ripartire per i prossimi viaggi!