Interviste al team

Foto Maria Frascolla

Incontriamo Maria Frascolla, che da anni segue gli aspetti amministrativi di ANS e ci racconta del suo lavoro “dietro le quinte”.

Da quanto tempo sei in ANS e come ci sei arrivata?

Ricordo che nel 2000 mi ero appena diplomata e dovevo chiarirmi le idee se iscrivermi a qualche facoltà universitaria. Nell’incertezza presi al volo la proposta di un mio cugino che già lavorava in ANS. Cercavano una persona per dei lavori di segreteria… mi presentai, feci un colloquio e iniziai la mia collaborazione, ma per me in quel momento doveva essere solo un lavoretto temporaneo.

E perché invece non lo è stato?

Fin da subito mi aveva sorpreso la quantità di attività che si svolgevano in associazione. Anche se in modo apparentemente poco organizzato, c’erano davvero tante persone che ruotavano attorno a una sede minuscola con appena due scrivanie… però tutti quei volontari portavano con entusiasmo il loro contributo e penso di essere rimasta come calamitata da tutta quell’energia positiva che avevo intorno. Così, con il tempo sono passata a occuparmi non solo dei lavori di segreteria ma, con la dovuta formazione e un buon tutoraggio, ad affiancare e poi gestire i vari aspetti amministrativi dell’associazione.

In cosa consiste oggi il tuo lavoro? Raccontaci come trascorri una tua giornata-tipo in ANS.

Anche se negli anni siamo passati da una contabilità manuale a una gestione delle procedure automatizzata, il mio lavoro è rimasto l’antitesi della noia… Direi che per svolgerlo devo essere necessariamente multitasking. Ogni mia giornata è costellata da tante attività diverse: rendicontazione di progetti, rapporti con enti e istituzioni, dialogo con altre associazioni con cui lavoriamo in rete, punto di riferimento per i numerosi volontari, per i sostenitori e per i soci, e infine smistamento e coordinamento delle sempre più numerose richieste che ci pervengono da familiari di persone che si trovano ad affrontare l’ipovisione.

Che cosa è cambiato di più in tutti questi anni in cui lavori in ANS?

Mi è più facile partire da che cosa non è cambiato: l’affrontare le richieste in modo mai standardizzato ma sempre partendo dalle esigenze delle singole persone con disabilità visiva che si rivolgono a noi, e questo è davvero diventata la nostra firma, che ci viene riconosciuta a tutti i livelli. Poi, certo… le attività si sono moltiplicate… ai più tradizionali progetti di inclusione scolastica e lavorativa per le persone con disabilità visiva si sono aggiunti nel tempo il “servizio Tommaso” con la sua Ausilioteca per aiutare a scegliere le tecnologie assistive più idonee, il servizio “Accorciamo le distanze”, che fornisce corsi di mobilità e orientamento, e “DescriVedendo”, che si occupa di rendere fruibili le opere d’arte e gli spazi museali. Con questa progressiva aggiunta di attività gli interlocutori si sono moltiplicati e il bilancio dell’associazione, dal 2010 a oggi è più che triplicato. 

Da quanto dici è chiaro che il tuo lavoro ti appassiona, ma ci sarà sicuramente anche qualche lato negativo, o sbaglio?

Certo, come in tutti i lavori. Quello più fastidioso è forse la consapevolezza che con le nostre risorse non bastiamo a risolvere le esigenze di tutti e soprattutto dei tanti che, nonostante si sia incominciato investire in comunicazione, ancora nemmeno ci conoscono. E purtroppo per effetto dell’invecchiamento della popolazione, le persone ipovedenti in Italia sono in costante aumento, mentre è chiaro che gli apparati sociosanitari pubblici sono in affanno. C’è una frase ricorrente che adoperiamo fra colleghe: ‘Questo lo faremo quando avremo più tempo’… ma  ormai sappiamo benissimo che inganniamo noi stesse, perché il tempo scarseggia costantemente e l’unica è rimboccarsi le maniche. 

Per concludere, raccontaci qualcosa di te al di fuori del lavoro.

Non riesco a considerare il lavoro come una sfera a sé stante: negli anni anche ANS è diventata per me un po’ “casa” e faticherei a definire rapporti “di lavoro” quelli che intrattengo con diverse colleghe e volontari dell’associazione. Comunque, fuori da ANS la mia vera casa si trova vicino a Monza, ho due figli studenti di 17 e 13 anni, un compagno che gestisce un locale pubblico e che mi piace molto aiutare nella sua attività quando posso. 

Ringraziamo Maria Frascolla e ricordiamo che chi volesse collaborare come volontario all’Associazione Nazionale Subvedenti può contattarci ai seguenti recapiti:

mail : segreteria@subvedenti.it

telefono: 02 70632850

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